Creare Newsletter - quante arrivano realmente a destinazione?

Creare newsletter, per chi desidera comunicare usando questo strumento, dopo gli abusi fatti fino ad ora, si trova davanti un muro spesso invalicabile. Da una parte i professionisti del settore, dall’altra utenti che vedono inesorabilmente tanta parte delle proprie email non recapitate o finite nello spam.

La battaglia tra chi ha interesse a fare mass mailing soprattutto per obiettivi di marketing e chi ha interesse di bloccare ogni tentativo di spam è feroce e senza esclusione di colpi.

Tralascio le regole dettate da varie normative in merito che prevedono tutele, dalla richiesta preventiva del permesso ad inviare materiale, al recente GDPR perchè esulano dalla soluzione tecnica che abbiamo realizzato e, naturalmente, sono la prima cosa da rispettare.

Resta il fatto che utenti iscritti volontariamente, a seconda del provider che utilizzano per ricevere posta, vengono sistematicamente esclusi dal recapito.

I sistemi proposti per creare newsletter sono davvero ben fatti, drag and drop di oggetti, preview per i vari devices… insomma davvero belli, ma poi, quando i nostri clienti, alla prova dei fatti, inviavano le email, tanta parte non veniva recapitata.

L’invio newsletter quindi diventa il vero problema.

Dal punto di vista tecnico, spesso, è il nostro provider che si mette una mano sulla coscienza e fa un controllo preventivo sulla bontà della newsletter usando uno dei software di controllo a disposizione in rete (es. spamassassin).

Questi software calcolano un punteggio che generalmente va da 1 a 10 di bontà della newsletter ed a seconda del punteggio decidono come comportarsi. Punteggio basso corrisponde a spam. punteggio alto corrisponde ad email corretta.

I fattori che concorrono alla costruzione del punteggio sono diversi ma, principalmente, due chiavi DNS, il DKIM e l’SPF.

L’SPF ha obiettivo di evitare lo spoofing, vale a dire inviare una newsletter con un  mittente diverso da quello autorizzato dal server di invio di posta SMTP

Il DKIM è la vera scommessa. Non tutti i provider gestiscono il DKIM e, quando lo fanno, comunque, lo fanno solo per le email inviate con programmi di posta. In pratica il programma di posta inserisce una chiave all’interno della mail che viene confrontata con la corrispondente chiave nel DNS. se corrispondono significa che chi invia è chi dice di essere.

L’email generata da un programma per mandare email, generalmente uno script scritto in qualche linguaggio, non aggancia questa chiave e, quindi occorre che questo software di email marketing lo faccia per conto proprio.

Detto questo, le email, non vengono più inviate da batterie di server i cui ip sono noti ai mail provider e, spesso, nonostante i test di bontà della newsletter, non arrivano a destinazione ma inviati solo dal server del cliente, evitando blacklist e problemi vari.

I primi risultati di questo sviluppo sono davvero incoraggianti (100% inviati e ricevuti). Il cliente è soddisfatto e questo, per noi, è il vero obiettivo

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